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Presentazione
Liu Bolin, l’artista che ha fatto dell’invisibilità il suo tratto distintivo, sceglie la sala di Caravaggio per la sua performance: ancora un autoritratto fotografico nel quale si confonde nell’ambiente e si mimetizza con il San Girolamo del Merisi.
In occasione delle celebrazioni per il Rome Chinese New Year, Bolin dopo sette anni torna nuovamente alla Galleria Borghese, uno dei luoghi emblematici del patrimonio artistico italiano al quale ha rivolto il suo interesse sin dal 2008.
L’esibizione è stata preceduta da un attento lavoro di studio dello spazio della sala, dei colori e delle prospettive, per definire attentamente la posizione dell’artista. L’obiettivo prescelto, tra le sei opere realizzate da Michelangelo Merisi detto Caravaggio esposte nella sala del Museo, è il San Girolamo, un dipinto a olio su tela dei primi anni del XVII secolo, anzi una particolare angolatura del quadro.
Il dipinto venne probabilmente eseguito proprio per Scipione Borghese, forse in ringraziamento per l’aiuto prestato all’artista, implicato in gravi guai giudiziari. Scipione usò ogni mezzo per ottenere opere del grande artista e per questa determinazione del collezionista la Galleria ne possiede un numero maggiore di ogni altro museo, riunite in questa sala.
Gradualmente, in un percorso che si compie davanti agli occhi di numerosi osservatori, Bolin procede con i suoi assistenti alla pittura mimetica del suo abbigliamento e infine a quella del volto, scomparendo, assorbito dall’ambiente, nel quale il suo corpo diviene cosa tra le cose.
L’evento è stato coordinato insieme allo staff tecnico-artistico della Galleria d’arte Boxart.
Artista
Liu Bolin nasce nel 1973 nella provincia nord-orientale dello Shandong.
Durante la sua formazione avvenuta all’interno della rinomata Accademia Centrale d’Arte Applicata diviene allievo del celebre artista Sui Jianguo, suo mentore agli inizi della carriera.
Liu Bolin cresce e si forma nel fermento che coincide con l’inizio del rapido sviluppo economico e di una relativa stabilità politica per la Cina, un periodo di profondi cambiamenti testimoniati negli scatti della serie Hiding in the City che lo hanno reso famoso, in cui tocca i temi universali del rapporto uomo-natura e tra pensiero e potere politico.
La ricerca in questo solco è iniziata nel 2005 nel Suojia Village di Pechino, smantellato nel novembre di quell’anno dalle autorità, e non si è ancora arrestata.
La sua prima mostra personale risale al 1998 a Pechino, seguita da altre due rassegne circa dieci anni dopo, sempre della capitale cinese: Sculpture, all’Hotsun Art Space nel distretto 798 Art Zone (2007); Distortion, Hotsun Art Space, Dashanzi Art District (2007). Da allora le sue foto e le sculture tipiche della sua produzione sono state esposte nel più importante festival di fotografia contemporanea Les Rencontres d’Arles e in prestigiosi musei internazionali.
Tra i più recenti solo show vanno ricordati: La forma profonda del reale, Università Bocconi, Milano (2019); Liu Bolin.Visible/Invisible, Mudec – Museo delle Culture, Milano (2019); The Theatre of Appearances al Musée de l’Elysée, Losanna (2019); Liu Bolin. The Invisible Man, Palacio de Gaviria, Madrid (2019); Liu Bolin. The Invisible Man, Complesso del Vittoriano, Roma (2018); Liu Bolin: The Invisible Man, Erarta Museum, San Pietroburgo (2018); Ghost Stories, Maison Européenne de la Photographie, Parigi (2017); Galerie Party, Centre Pompidou – Acte II with Liu Bolin, Centre Pompidou, Galerie des enfants, Parigi (2017).
Nel 2015 il Museo de Contemporáneo di Buenos Aires lo invita per la personale Desapareciendo; l’anno successivo gli viene commissionato per il palazzo di New York, sede delle Nazioni Unite, il progetto We Are What We Eat. In Europa il lavoro dell’artista è stato divulgato anche attraverso le mostre italiane A Secret Tour al Museo H.C. Andersen di Roma (2012) e Hiding in Italy alla Fondazione Forma per la Fotografia di Milano (2010), e con la personale in Svezia The Invisible Man al Fotografiska Museet di Stoccolma (2011).
Liu Bolin ha partecipato a diversi progetti artistici che lo hanno visto collaborare con altri importanti artisti contemporanei internazionali quali Botero, JR, Carlos Cruz-Diez, Kenny Scharf e Rero.
Nel 2013 ha partecipato in qualità di relatore ai TED di Los Angeles.
Liu Bolin ha inoltre collaborato con diversi marchi di lusso del mondo della moda, come Valentino, Jean Paul Gaultier, Tod’s e altri. È stato testimonial per il 2017/2018 del marchio Moncler, in una campagna firmata da Annie Leibovitz, e nel 2018 è stato artista dell’anno della champagneria francese Ruinart.
Oggi vive e lavora a Pechino.